CIARDO VINCENZO
Gagliano del Capo (LE), 1884 - 1970
Se Giuseppe Casciaro con i suoi quadri ha reso celebre la scuola napoletana di fine ‘800, Vincenzo Ciardo apporta novità nel panorama artistico partenopeo degli anni 20-30. Egli pur non distaccandosi dall’arte figurativa paesaggistica, la rinnova utilizzando macchie di colore intenso di tipo a tassello, quasi a dar vita a un mosaico di pennellate intense e vibranti.
Nelle opere di questo salentino, rimasto sempre legato alla sua terra di origine, traspare un sentimento di velata malinconia in una forma di intimismo lirico.
Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Urbino, sotto la guida del conterraneo Luigi Scorrano, C. si è recato più volte a Napoli dove ha insegnato presso l’Istituto Tecnico di Pozzuoli.
Nella città campana viene artisticamente influenzato dalla lezione di Giacinto Gigante e dei maestri della Scuola di Posillipo.
Nel 1927, con l’intento di svecchiare la tradizione artistica napoletana troppo accademica e non aperta alle nuove correnti d’avanguardia internazionali, aderisce insieme ad altri artisti al “Gruppo Flegreo” seguendo l’esempio dell’oramai famosissimo Giuseppe Casciaro.
Negli anni dell’immediato secondo dopoguerra, Ciardo decide di non aderire ai nuovi movimenti d’avanguardia, rimanendo fedele alla sua pittura impregnata di delicato e accentuato lirismo.
Nelle prime opere degli anni ’20 e ’30 si avverte un evidente legame col verismo e con la tradizione napoletana del paesaggio , più tardi raggiunge la sua autonomia pittorica e stilistica.
Il tema del paesaggio pugliese, tanto caro all’artista, è ravvivato dalla presenza di pennellate di colore rapide e nello stesso tempo ben marcate che danno forma a campagne brulle, animate da sassi e da macchie di vegetazione spontanea, dalle quali spuntano alberi, case, stradine con lo sfondo del mare salentino.
Il tutto è immerso in un’atmosfera silenziosa, quasi surreale, dominata dai caldi raggi del sole durante il giorno o dal pallore della luna nelle ore notturne.
Le opere di Ciardo, testimonianze della pittura e della cultura salentina, sono state esposte in varie manifestazioni prestigiose come la Biennale di Venezia, dove, nel 1956, gli viene riservata una sala personale. Presente oltre che a numerose edizioni della Biennale di Venezia, anche alla Biennale di Milano e alla quadriennale di Roma. E’ divenuto membro dell’Accademia di S. Luca nel 1964.
Ancora oggi le sue opere si possono ammirare in varie gallerie d’arte contemporanea italiane.