TOMA GIOACCHINO
Galatina, 1836 – 1891
La personalità artistica di Toma, caratterizzata da una continua ricerca del vero e delle diverse sfaccettature della psicologia umana, risente molto del dolore e della tristezza legati al ricordo degli anni infelici dell’infanzia e dell’adolescenza.
Rimasto orfano sia di padre che di madre in giovane età, così come ricorda nella sua unica opera letteraria dal titolo “ Ricordi di un orfano”, nel 1833 viene accolto presso il Regio Ospizio di Giovinazzo, presso Bari, dove ha modo di frequentare un’importante scuola d’arte sotto la guida del napoletano Nicola Ricciardi, e si avvia alla decorazione e alla pittura.
Intorno alla metà degli anni 50 del XIX secolo, ritorna nel Salento, dove inizia la sua vera e propria carriera artistica, dipingendo su committenza ritratti di aristocratici e borghesi e opere dal tema religioso.
Nel 1856 Toma si trasferisce a Napoli, dove frequenta le botteghe di Gennaro Guglielmi e del Fergola, subendo successivamente l’influenza pittorica di noti artisti come Filippo Palizzi e Domenico Morelli.
Toma particolarmente impegnato nelle lotte risorgimentali contro il regime borbonico di Napoli,viene arrestato per ben due volte, prima confinato a San Gregorio Matese presso Caserta e a Piedimonte d’Alife, poi imprigionato a Isernia.
Una volta liberato dall’esercito garibaldino, nel 1878, viene chiamato da Domenico Morelli a insegnare disegno presso il prestigioso Istituto delle Belle Arti di Napoli.
Toma esegue con grande maestria principalmente nature morte e, più tardi, ritratti d’accentuato lirismo, nei quali dipinge, in particolar modo, figure femminili.
Agli anni 70 risalgono celebri ritratti di donne aristocratiche come “ Luisa San Felice in carcere”, una delle principali protagoniste della rivoluzione napoletana del 1799 morta sul patibolo.
Toma nei ritratti della maturità, vuole mettere in evidenza l’interiorità e la profondità dell’animo del soggetto rappresentato.
Nell’ultima fase della sua carriera, dipinge en plein air paesaggi, marine, ville e case rustiche campane, vedute di Napoli e del Vesuvio in varie ore del giorno. In queste opere, sembra aderire alla lezione dei macchiaioli e degli impressionisti parigini della seconda metà del XIX secolo.