TAPPARINI UGO
Lecce, 1933-2015
La passione per la pittura ha superato in T. ogni altro interesse. E’ stato anche imprenditore, giornalista e scrittore. I suoi personaggi grotteschi rappresentano il mondo che ci circonda sulle cui passioni, debolezze, abitudini l’artista ironizza. Il linguaggio di T. è originale, precede quello di altri artisti come Botero che sulle forme obese ha creato il suo stile ironico o di F. Borghese che dalle abitudini e difetti della gente ha tratto spunto per la sua poetica. T. deve solo a Maccari qualcosa: la satira sul mondo che ci circonda, sulle debolezze umane. L’artista la rappresenta con una goffaggine ironica esaltata da un segno deciso che dilata a dismisura i corpi e gli oggetti e conferisce ai volti delle figure un’espressione ora maliziosa, ora ingenua, ora sgomenta. E in questa capacità di esprimere l’animo dei suoi personaggi e di coglierne sempre l’aspetto ironico, T. è maestro e il suo segno diviene inconfondibilmente gioioso.