SERÌO GIOVANNI
Nardò (LE), 1872-1931
In giovane età si trasferì a Napoli per frequentare l’Istituto di Belle Arti, allora diretto da Filippo Palizzi e Domenico Morelli, personalità di spicco della pittura partenopea ottocentesca.
Tornato in Puglia, insegnò disegno applicato in una scuola artistica della sua città natale, dedicandosi poco alla pittura.
Tra il 1891 e il 1925, partecipò ad importanti rassegne locali e nazionali, come la Mostra della Promotrice delle Belle Arti nel capoluogo campano, la IV Esposizione Triennale della Regia Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e ad alcune mostre romane e, infine, alla III Biennale di Gallipoli, cittadina salentina che, in quel tempo, accolse valenti artisti locali in cerca di fortuna.
Giovanni Serìo realizzò suggestive opere, dai ritratti, ai paesaggi, alle composizioni floreali, nelle quali traspare tutta la calibrata stesura dei colori, la correttezza delle linee, la minuzia dei particolari, elementi tipici della pittura napoletana, classica e accademica della fine del XIX sec.
Attualmente, nella pinacoteca “G. Pagliano”, presso il convento dei Monaci Cistercensi di Martano, si conservano molte opere dell’artista.