MONTEFUSCO ANTONIO
Maglie (LE), 1902 - 1990
Sin da ragazzino manifesta un profondo interesse per la pittura, la scultura e l’arte in genere. Lasciato il Salento si trasferisce a Roma dove frequenta prima il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti. Ben presto manifesta il suo grande talento e dopo essere stato classificato primo allievo dell’Accademia nell’anno 1925, viene mandato con un viaggio-premio a Parigi dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Nella capitale francese perfeziona la sua tecnica. Nel 1926 i quadri dipinti durante il soggiorno parigino vengono esposti nelle principali sale dell’Accademia Romana di Belle Arti. Gli viene riconosciuto l’encomio da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.
Sempre nel ’26 i lavori accademici del Montefusco vengono esposti a Melbourne in Australia. Nello stesso anno e nel 1928 espone alle Biennali di Lecce conseguendo la medaglia d’argento per la spiccata abilità pittorica. Nel 1932 a Taranto, nella II Biennale di Terra Ionica, gli viene assegnata un’altra medaglia d’argento e viene definito uno dei più valorosi giovani artisti del Salento. Nei suoi quadri, per lo più oli e pastelli, i colori pacati e delicati dal rosa al celeste, dall’azzurro, al verde si accostano a volte in maniera insolita e sono di intensa suggestione.
M. raffigura principalmente paesaggi, nudi di donna, ritratti di personaggi illustri. Realizza inoltre cartoline dipinte raffiguranti angoli della terra salentina, cartelloni cinematografici e pubblicitari e opere in tema religioso.
Nei paesaggi ritrae campagne con rovine, abitazioni rurali e cortili di vecchie case coloniche. I nudi femminili, sempre dalle forme arrotondate, si ispirano spesso a quelli di divinità mitologiche.
Nelle prime opere, in particolare degli anni ’20, M. passa da uno stile tardo ottocentesco con reminescenze liberty, al decò, spostando l’interesse anche al mondo orientale, in particolare all’architettura delle moschee e alle costruzioni arabe, così come si può ancora oggi vedere nell’eclettico palazzo Tamborrino Frisari di Maglie che l’artista restaura, dipinge e arreda nel 1929.
Nel ’30 M. vince il concorso per la decorazione dei pennacchi e la cupola della Matrice di Parabita, intitolata a San Giovanni Battista. Poco dopo lavora nella cattedrale di Gioia del Colle. Dopo aver definitivamente abbandonato la progettazione e la decorazione di interni, a partire dal 1940, l’artista inizia a insegnare e si avvicina nuovamente alla pittura di genere. Nel 1958 progetta il Calvario di Maglie, realizzato qualche anno più tardi in pietra di Trani, accanto al barocco santuario dell’Addolorata. Nel ’72 ottiene un prestigioso premio alla II Biennale Europea di Arte Contemporanea di Roma; nel 1976 espone alla IV Biennale Europea di Pittura e Scultura Contemporanea a Bruxelles.
M. è rimasto sempre legato alla tradizione classica e paesaggistica senza aderire a nessun movimento d’avanguardia.