MASSARI MICHELE
Lecce, 1902 – 1954
Nato a Lecce nel 1902, Michele Massari, padre di Anna Maria e Antonio, si avvicina alla pittura già da bambino. Si forma sotto la guida del pittore Giovanni Stano che lo indirizza verso l’Accademia Artistica di Napoli. In quel tempo Napoli era nota per un clima artistico ispirato a un genere di pittura romantica, accademica e paesaggistica, molto apprezzata nel XIX sec. Nel 1924, a seguito dell’improvvisa morte del padre, ritorna a Lecce dove espone nella Prima Mostra Salentina d’Arte Pura e d’Arte Applicata. Schivo ma dall’animo profondo, Massari nelle sue opere recupera esperienze pittoriche del passato, da quella gotica a quella rinascimentale, a quella secentesca per giungere, come frutto di naturale vocazione, all’impressionismo e poi avvicinarsi alla classicità del ‘900.
Oltre che pittore si rivela un bravo decoratore e incisore , si dedica anche alla lavorazione della cartapesta, del vetro, della terracotta e del ferro battuto. Frequenta la bottega del concittadino Antonio D’Andrea, allora punto di ritrovo di artisti e letterati. I quadri eseguiti durante il ventennio fascista sono caratterizzati da una vena spesso intimista. Il rifiuto della tessera del Partito Fascista gli costa il posto di insegnante di pittura presso la Regia Scuola d’Arte G. Pellegrino di Lecce. Nel secondo dopoguerra insieme a Geremia Re, Lino Suppressa, Mario Palumbo e altri pittori e uomini di cultura, si impegna nel radicale rinnovamento della vita artistica del capoluogo salentino, condividendo con essi una visione più moderna del fare pittura, lontana dagli oramai superati schemi accademici e naturalistici di matrice napoletana. A partire dagli anni ’20, Michele Massari viene chiamato per decorare le pareti e le volte di case private, come i palazzi leccesi Guariglia e Costa, di caffetterie, come lo scomparso bar “Buda” in piazza Sant’Oronzo e di importanti locali commerciali come lo storico negozio “Lazzaretti”, sulle pareti del quale reinterpreta con maestria stili del passato. Interviene nel restauro di alcuni monumenti leccesi come Palazzo dei Celestini, realizza il capitello sotto la statua di Sant’Oronzo a Lecce nell’omonima piazza, progetta e realizza, nella stessa città, i graffiti dell’Istituto Maternità e Infanzia. Tra gli anni ’40 e ’50 per Michele Massari inizia la fase più fortunata della sua carriera artistica. Dipinge nature morte con frutta o pesci, ritratti, come quello della figlia Anna Maria, delicati paesaggi della campagna salentina, marine, facciate dei più importanti monumenti leccesi come “Santa Croce sotto la neve”.
Molto belle alcune composizioni floreali. Non mancano opere dal tema religioso come le suggestive “Madonna della Casa”, “Madonna della Fiamma”, le dolci “maternità” e le “allegorie della morte e della resurrezione”. Suo il Presepe conservato presso il Castello di Carlo V, realizzato in terracotta e compensato.
Massari dipinge le sue opere servendosi di pennellate intense dai colori caldi e sfumati.
Partecipa a importanti rassegne come la Biennale di Gallipoli del 1925. Numerose abitazioni leccesi ancora oggi conservano originali camere da letto, sale da pranzo, credenze, librerie finemente intagliate dal poliedrico artista che si è impegnato anche nella realizzazione di sculture in terracotta e mosaici.